I social network sono diventati il leitmotiv delle nostre giornate, ma anche se i giornalisti televisivi si sono arresi a fare servizi nei quali si limitano a riepilogare i tweet ed i post giormalieri dei personaggi di turno, ciò non vuol dire che la scuola debba subire la stessa sorte.
In un ambiente educativo una delle funzioni fondamentali demandate agli insegnanti è la regolazione dei rapporti interpersonali fra gli alunni al fine di stimolarne la correttezza relazionale e l’equanime partecipazione.
In classe lo facciamo sempre perchè è nostra abitudine aiutare i ragazzi ad assumere atteggiamenti sociali corretti, ma qual’è la nostra capacità di intervento sugli scambi mediati dai social network? Ovviamente zero!
Se i nostri alunni usano facebook per interagire su tematiche non scolastiche che lo facciano pure. La scuola non può avere la pretesa di controllare tutte le attività (educative e ricreative) svolte dai propri alunni; deve essere consapevole che ad essi, comunque, giungerà una miriade di stimoli e di proposte e che gran parte di questi saranno mediati dalla rete.
Ma non può neanche incentivare l’utilizzo scolastico di strumenti sui quali in realtà non ha alcun controllo. Gli spiacevoli episodi di emarginazione, di molestia verificatisi con l’uso scolastico di facebook dovrebbero far riflettere circa l’opportunità di incentivarne la diffusione a scuola.
Il problema non è di facile soluzione perche i social network pervadono la vita dei nostri figli e ignorarlo sarebbe inutile.
A mio avviso la scuola deve cercare di sviluppare proposte diverse, autonome, ma non alternative a quelle abituali. La guerra a Facebook sarebbe persa in partenza, ma se noi offriremo alle classi strumenti diversi (della scuola) con i quali interagire in rete probablmente avremo la loro disponibiltà ad affiancare gli uni agli altri.
In pratica le strategie possono essere diverse e comunque si basano su due possibilità:
– quelle messe a disposizione dall’e-learning (strumenti di comunicazione sincrona e asincrona e strumenti di cooperazione educativa presenti in moodle)
– quelle organizzate in appositi ambienti come Mahara. Sul sito leggiamo: Mahara is the perfect personal learning environment mixed with social networking, allowing you to collect, reflect on and share your achievements and development online in a space you control.
Se ci pensiamo bene anche Facebook è un enorme portfolio dove ognuno mette ciò che ritiene importante per descrivere se stesso e lo condivide con chi vuole. Al nostro alunno non dovremo dire di abbandonare facebook (neanche ci ascolterebbe), dovremo invece, semplicemente, proporgli “un altro” strumento organizzato dalla scuola. Il messaggio “You can create journals, upload files, embed social media resources from the web and collaborate with other users in groups” avrebbe qualche possibilità di essere ascoltato.