Il compito più difficile per un utilizzo scolastico delle nuove tecnologie è sicuramente la predisposizione di materiali da utilizzare come oggetti di apprendimento con gli alunni.
L’onerosità del compito spinge spesso i docenti a scegliere la strada comoda del “copia-incolla” ed al di là del limite insito nella rinuncia ad uno sforzo di creatività personale, anche l’assemblaggio di materiali altrui deve essere fatto con la dovuta consapevolezza.
Deve risultare ben chiaro che per la pubblicazione di materiali digitali in rete valgono le stesse regole della pubblicazione cartacea e che, quindi, si sottintende sempre la presenza di un copyright anche in assenza della sua esplicitazione (…..tutti i diritti sono riservati…., ©).
Prima consapevolezza: tanta parte di quello che si trova in rete “non può essere toccato”. Citato sì, linkato anche, incorporato con l’iframing….cum grano salis.
La questione più controversa è quella dell’iframing cioè di quella tecnica che permette di incorporare nelle nostre pagine web, contenuti di pagine non nostre, in modo totalmente trasparente. A riguardo, neppure la recente sentenza della Corte Europea chiarisce tutti i termini della questione. Tale sentenza stabilisce la liceità dell’embedding di materiali video dalle piattaforme di videosharing (youtube,vimeo,ecc) ma non si esprime su contenuti di altro tipo. Questa sentenza avrà sicuramente un valore storico perché mette un punto fermo su una questione lungamente dibattuta (l’embedding di materiali multimediali), ma non chiarisce altre situazioni per le quali il punto di riferimento normativo rimane ancora il”diritto di citazione”
Ne consegue che il copia-incolla di materiali soggetti al diritto d’autore espone a seri rischi di rivalsa legale (paginate di testi e immagini sono mal interpretabili come citazioni brevi) e che anche un incorporazione “troppo trasparente” con non evidente individuazione della fonte, possa portare a pesanti contestazioni. Da tutto ciò deriva un’altra importante consapevolezza.
Seconda consapevolezza: quando vogliamo riutilizzare materiali della rete dobbiamo ricercarli fra quelli che contraddistinguono in modo esplicito la loro “aperta usabilità”.
Il mondo informatico ama la chiarezza e per evitare gli equivoci si è anche inventato un nuovo termine: la parola“copyleft” che, letteralmente, non significa niente ma vuole identificare tutto il “non copyright”. Di licenze copyleft ve ne sono molte, ma quella sicuramente più importante è la licenza Cretive Commons.Con questa licenza sono rilasciati la maggior parte dei materiali copyleft della rete (a titolo di esempio basti citare wikipedia e wikimedia)
Le caratteristiche di questa licenza sono descritte in modo chiaro ed esaustivo sul sito Creative Commons Italia
Nella home page di Creative Commons Italia possiamo trovare anche il link ad uno specifico motore di ricerca per materiali di pubblico dominio gestito da creativecommons.org.
Per la ricerca di immagini si può partire anche da questa pagina che comunque “si appoggia” sempre al motore su citato
Per chi volesse approfondire il tema “copyright” si consiglia di leggere su Retelab, l’articolo “il copyright su internet”
Per chi invece fosse interessato ad approfondire l’argomento “Creative Commons” è disponibile il libro di Simone Aliprandi “Creative Commons: manuale operativo“ distribuito gratuitamente sul sito dell’autore.
Molto piacevoli e formativi sono i video dello stesso Aliprandi pubblicati su youtube fra i quali ne abbiamo scelto uno che ci è sembrato più specifico per questo tema
Sarebbe mportante, dopo esserci documentati su questi argomenti, l’aver acquisito una terza consapevolezza: la licenza CC non ci permette di fare quello che ci pare con i materiali trovati in rete.
La licenza CC comprende sempre la clausola di attribuzione il che significa una menzione di paternità adeguata
Oltre alla clausola di attribuzione possiamo trovare le altre tre possibili clausole variamente combinate:
StessaLicenza share alike (Condividi allo stesso modo; se remixi, trasformi il materiale o ti basi su di esso, devi distribuire i tuoi contributi con la stessa licenza del materiale originario)
non commerciale (Non puoi usare il materiale per scopi commerciali)
non opere derivate (Se remixi, trasformi il materiale o ti basi su di esso, non puoi distribuire il materiale così modificato)